mercoledì , 11 Settembre 2024
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PECS

PECS – Approfondimento

Con la sigla PECS si intende il metodo di Picture Exchange Communication System. Questo metodo è stato sviluppato a partire dal 1985 e si basa sui principi del metodo ABA e sul VerbalBehaviour di Skinner.

E’ una strategia che si basa sulla comunicazione attraverso lo scambio di, inizialmente, una singola immagine PECS e successivamente di una striscia costituita da diverse immagini PECS che compongono una frase. Le immagini PECS sono costituite sul fronte dal simbolo e sul retro da un pezzo di velcro. Sono contenute all’interno di un quaderno (detto «quaderno delle attività») anch’esso composto da pagine con strisce di velcro su cui vengono posizionati i simboli e la striscia per frasi, in modo che l’alunno possa staccare le immagini e scambiarle con il suo partner comunicativo.

•VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=Q_I1VaaiQDk

Per capire che cos’è un quaderno, semplice,  delle attività per la CAA.

•VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=37o1Py7wOu8

Per capire meglio come costruire un quaderno delle attività per la CAA

Le basi del PECS

Il mezzo utilizzato per insegnare l’atto comunicativo è il rinforzo:

sociale oppure tangibile

Secondo il metodo PECS le basi di questo tipo di comunicazione prevedono di:

•Creare ambienti educativi dove le possibilità di apprendimento di abilità comunicative/funzionali sono alte

•Creare molte opportunità comunicative all’interno di ambienti concreti contenenti materiali interessanti ed attività utili

•Scoprire cosa è probabile che un soggetto coglia nel corso delle varie attività

•Fare in modo che l’oggetto desiderato «scompaia» abbastanza a lungo in modo che l’alunno cominci a volerlo o ad averne bisogno

•Organizzare l’ambiente affinché gli oggetti desiderati non siano fisicamente raggiungibili

Le 6 fasi di insegnamento del sistema PECS

Per sviluppare la comunicazione funzionale e la comunicazione con scambio sociale (evitando di «anticipare»).

6 fasi:

•Immagine/oggetto-richiesta

•Andare verso il quaderno delle attività, staccare-attaccare, consegnare la tessera

•Discriminazione e scelta dei simboli

•Costruzione della frase (stringa comunicativa)

•Rispondere a domanda «cosa vuoi»

•Commentare una risposta

Nella prima fase

In questa fase si insegna a fare richieste, con l’obiettivo dell’iniziativa da parte del soggetto, per cui è l’alunno che deve incominciare la comunicazione. Si utilizza una sola immagine alla volta, in quanto la discriminazione delle immagini non è un pre-requisito. Le persone coinvolte in questo step sono tre:

-l’alunno

-Il partner comunicativo, che è la persona a cui viene indirizzata la richiesta

-Il prompter (aiuto)

Il prompt, l’aiuto fornito inizialmente e che deve essere gradatamente eliminato,  può essere di tipo:

-Fisico

-Verbale

-Gestuale

Sempre Nella prima fase: ruoli e mansioni

Le mansione del prompter sono quelle di: aspettare che l’alunno prenda l’iniziativa, fornire prompt fisici per prendere l’immagine, porgerla al partner comunicativo e rilasciarla, senza interagire con l’alunno e dare rinforzi.

Il ruolo del partner comunicativo è di attrarre l’alunno, di consegnare entro mezzo secondo circa l’oggetto e di dire il nome dell’oggetto mentre lo prende. Inoltre, affinché l’alunno consegni l’immagine è importante che il partner comunicativo tenga la mano aperta, ma non deve essere mostrata prima che l’alunno prenda l’iniziativa e deve essere ridotta via via.

Sintesi – Descrizione fase 1

Una volta che l’alunno ha preso l’iniziativa, gli si insegna la risposta motoria: prendere l’immagine, allungarsi verso l’interlocutore e rilasciare l’immagine.

Per educarlo a ciò si utilizza la procedura del prompt a due con concatenamento retrogrado, ossia la sequenza di comportamenti viene insegnata rinforzando l’acquisizione dell’ultimo passo, poi del penultimo e così via. Questo perché il comportamento temporalmente più vicino al ricevere il rinforzo è quello più facilmente appreso.

In questa prima fase, riassumendo, l’alunno sceglie e prende un gioco/oggetto, il partner comunicativo prende il simbolo dell’oggetto. Quando l’alunno tende a riprenderlo il partner comunicativo apre la mano secondo il gesto del «dammi» e l’alunno viene aiutato a dare l’immagine; appena l’alunno rilascia l’immagine il partner comunicativo consegna l’oggetto.

Per stabilire il criterio di acquisizione di tale fase è necessario che vi sia stato lo scambio indipendente per almeno 3-5 rinforzi con due o più partner comunicativi in almeno due ambienti.

Nella seconda fase

In questa fase viene definita distanza e insistenza. L’obiettivo principe è la persistenza nonostante gli ostacoli; non viene ancora insegnata la discriminazione di immagini, ma è importante che l’alunno abbia il suo quaderno PECS. L’alunno viene addestrato ad andare dal partner comunicativo, ad arrivare al quaderno, a giungere da entrambi e infine a spostarsi da un ambiente all’altro. Questa fase prevede che all’alunno sia insegnato a chiamare il partner comunicativo quando questo è girato, a portarsi dietro il quaderno, anche in altri ambienti e a fare richieste in attività di gruppo.

Un fattore importante in questa fase è il contatto oculare. Infatti, man mano che il partner comunicativo si sposta sempre più lontano dall’alunno, comincia anche a porsi di schiena rispetto al soggetto, fingendo di non prestargli attenzione.

Il prompter fisico aiuta l’alunno a toccare la spalla del partner comunicativo che si volta verso di lui. L’alunno consegna l’immagine ed apprende che deve avere l’attenzione, ossia il contatto oculare del partner comunicativo per poter comunicare in modo efficace. 

La fase può definirsi acquisita quando l’alunno è in grado di attraversare la stanza per arrivare al partner comunicativo e dal quaderno e quando si utilizzano 5-10 rinforzi.

Nella terza fase

Questa fase è denominata discriminazione. L’obiettivo è la scelta tra varie immagini da parte dell’alunno. Si inizia con due immagini. (E’ necessario considerare che la motivazione per scegliere il simbolo giusto è il fatto di ottenere l’oggetto desiderato e di evitare quello che non piace, perciò si comincia con un oggetto che non piace e uno  preferito). La nuova abilità è scegliere, si attira l’alunno, senza parlare, con i due oggetti; il quaderno e il partner comunicativo rimangono vicino all’alunno. Si propongono entrambi gli oggetti e si vede se, dopo aver consegnato il simbolo, l’alunno prende realmente l’oggetto corrispondente. Si loda l’alunno (rinforzo sociale) quando comincia a dirigere la mano verso l’oggetto giusto, se invece, cerca di prendere l’oggetto che non corrisponde al simbolo dato si blocca e si corregge.

L’acquisizione si ha quando l’alunno riesce a discriminare, dopo una serie di rinforzi e distrattori, tra cinque simboli che verranno posizionati sia per categoria che per frequenza di richiesta di attività.

Nella quarta fase

In questa fase si prevede l’introduzione dei verbi a inizio frase e si insegna a scambiare una striscia per frase. La sequenza della struttura frase è caratterizzata da: togliere il simbolo «voglio» e posizionarlo sulla striscia (anche se questo inizialmente viene già presentato sulla striscia), togliere il simbolo del rinforzo e porlo sulla «striscia per frasi» ed infine togliere e scambiare la striscia. 

Quando l’alunno porge la striscia al partner comunicativo, quest’ultimo deve leggere velocemente la striscia indicando i simboli e consegnare immediatamente l’oggetto. Successivamente si insegnerà al soggetto ad indicare i simboli (puntando l’indice) mentre il partner comunicativo legge la striscia ed introdurre anche delle pause a dilazione costante, per incoraggiare il linguaggio. 

Solo in seguito vengono introdotti anche gli attributi che serviranno a descrivere meglio il rinforzo voluto dall’alunno.

Nella quinta fase

Questa fase è caratterizzata dalla domanda «cosa vuoi?». Si pone la domanda all’alunno e allo stesso tempo si indica il simbolo «voglio», a poco a poco si aumentano l’intervallo di tempo tra la domanda e l’indicazione del simbolo. 

In questa fase è necessario creare opportunità per rispondere alla domanda «cosa vuoi?» e per far fare richieste spontanee.

Anche in questa fase è importante continuare a rinforzare ogni risposta corretta sia verbalmente che in modo tangibile.

Nella sesta ed ultima fase

Questa fase include l’insegnamento dei commenti. Si insegna all’alunno a rispondere a una domanda di commento tipo «cosa vedi?», «che cosa è?», «cosa senti?». L’obiettivo della sesta fase è che l’alunno sappia dimostrare l’abilità di fare commenti, sia spontanei che in risposta a domande. (E’ opportuno  cominciare dall’indurre a rispondere a semplici domande per giungere poi solo alla fine al commento spontaneo).

Anche in quest’ultima fase è necessario rinforzare ciascun atto comunicativo, sia con rinforzi sociali che tangibili. Opportuno utilizzare la strategia del prompt a dilazione. 

Affinchè l’alunno faccia richieste o commenti nel corso di attività funzionali occorre creare un minimo di 30 opportunità al giorno ed è indispensabile usare le strategie di training sulla discriminazione per insegnare all’alunno a discriminare tra immagini di verbi di inizio frase diversi.

Conclusione sull’uso del sistema PECS

L’utilizzo di questo mezzo comunicativo fa si che vi sia comunque la comparsa del linguaggio verbale, laddove possibile, grazie all’incremento del vocabolario visivo, in quanto il simbolo agisce da «tramite simbolico» verso la parola.

Inoltre, una volta che l’alunno avrà acquisito il completo utilizzo dei PECS non avrà necessità di facilitatori dato che i simboli visivi sono altamente condivisibili, poiché universali.

In questo processo di apprendimento è necessario coinvolgere i compagni di classe come partner comunicativi ed incrementare la spontaneità e l’intenzionalità.

Considerare che l’utilizzo di questo strumento comunicativo permette la diminuzione dei comportamenti problema.

Altri sistemi simbolici                    (esercitazione)

ARASAAC   www.catedu.es/arasaac/   (arasaac.org)

Libreria di simboli creati da Sergio Paolo e rilasciati con licenza Creative Common (BY-NC-SA).Pubblicati nel sito del Governo di Aragona e resi Open Source. Meno strutturato rispetto PCS e WLG. Attualmente ha al suo interno due sistemi simbolici di tipo diverso, uno più iconico e uno più stilizzato.

PICTO Simboli fortemente stilizzati di colore bianco su sfondo nero utilizzati spesso in situazioni di deficit visivo.

Libro su misura o IN-book
                                                             
Libri modificati, basati sulla
semplificazione e destrutturazione
delle frasi
, affinchè queste possano
stare su un’unica stringa 
comunicativa!

VIDEO

Un racconto con la caa

Una riflessione…CAA e Autismo!







Con la CAA non devo (necessariamente) «comprendere» , posso (semplicemente) «riconoscere».

CAAAUTISMO
Uso di stimoli visiviApproccio visivo
AdattabilitàDifficoltà con stimoli complessi
Staticità-prevedibilitàDifficoltà con i cambiamenti
Riduce lo stressDifficoltà nel gestire interazioni sociali
Offre interfaccia nelle relazioniAnsia
Mezzo di comunicazione istantaneo-preventivo (prima che avvenga la crisi)Comportamenti problematici
Comprensione basata sul riconoscimento e non sulla memoriaDifficoltà nella memoria

Come vanno scelti i sistemi grafici?

L’indicazione è di operare la scelta sulla base della:

•Richiesta cognitiva

•Iconicità (relazione fra simbolo e significato, trasparente, opaco…)

•Strutturazione interna (sistema-BLISS, set-PCS, ecc…)

Scegliere quei sistemi che risultano più appropriati al caso:

•PCS: 4800 simboli sia dettagliati, sia stilizzati

•PIC: Picture ideogram symbol

•PICSYMS: Picture symbols

•CORE: core picture symbols

•BLISS: 11 caratteri lineari, 24 simboli internazionali, 8 simboli grafici…

I software di gestione ci possono aiutare!

Symwriter: gestisce il sistema WLS, ha un suo motore linguistico interno, è un software commerciale. Utilizza una riquadratura messa a disposizione con un software opensource sviluppato con un’operazione di finanziamento dal basso, Symhelper.

Araword: gestisce l’insieme simbolico di riquadratura basato su codice-colore (che si può nascondere o cambiare). E’ un programma gratuito, così come Arasaac è opensource.

N.B. Come presentare il simbolo?

Con la tecnica del modellamento: attraverso l’esposizione e non l’insegnamento! Solo così si può favorire in modo corretto il consolidamento della memorizzazione e la comprensione del simbolo.

I dispositivi CAA senza tecnologia

Questi dispositivi sono usati:

•nel Picture Exchange Communication System (PECS) 

•negli approcci che prevedono strumenti per fornire segnali a livello comportamentale, schemi visivi delle attività e simboli o parole su tavole di comunicazione tematiche.

Questo tipo di strumenti non ha componenti elettroniche o emissione di vocema sono creati con simboli, fotografie, materiali comuni, come carta e cartone

Sono facili da fare e pronti all’uso. Inoltre possono essere affiancati all’oggetto tridimensionale favorendo così l’abbinamento tra l’immagine PCS bidimensionale e ciò che rappresenta. Questo è utile per facilitare il passaggio dal sistema concreto a quello astratto ed è essenziale che tali strumenti siano sempre utilizzabili dalla persona che usa la CAA in ogni momento del giorno.

I dispositivi ad alta tecnologia

Sono costituiti da ausili elettronici più complessi e vanno da quelli che, con emissione di voce, permettono di registrare otto o più minuti di messaggi digitalizzati fino ai VOCA in cui è possibile registrare da 5 a 45 celle per messaggi. Con questi ultimi dispositivi è possibile usare PCS, fotografie o altri simboli visivi. 

E’ inoltre possibile inserire questi dispositivi man mano che la persona acquisisce nuove conoscenze, così l’ausilio «cresce» in funzionalità insieme alla persona che lo usa. 

Per quanto riguarda i massaggi registrati è possibile utilizzare la voce dell’adulto, ma sarebbe più opportuno e naturale servirsi di una voce che assomigli, per sesso ed età, a quella del soggetto. Alcuni soggetti preferiscono la voce sintetizzata, perché ha un’intonazione e un ritmo regolare.

Comunicatori simbolici

Comunicatori simbolici ad uscita vocale (VOCAS)

Comunicatori dinamici

Sono comunicatori più interattivi

Alcune raccomandazioni!

Sia i dispositivi senza che a bassa tecnologia possono essere utilizzati in maniera combinata tra loro; la scelta dello o degli strumenti da utilizzare dipende dal livello di sviluppo del soggetto e dal profilo funzionale, dal quale è possibile trarre una descrizione dettagliata delle abilità residue utili e in grado di compensare le difficoltà di comunicazione.

Un altro elemento da non trascurare è che una persona può riuscire ad usare un dispositivo ad alta tecnologia quando:

•riesce a comunicare, utilizzando, in modo autonomo e corretto, le tavole di comunicazione a bassa tecnologia; 

•mostra di accettare bene l’emissione di voce; 

•mostra di avere un’alta coordinazione fino-motoria.

Riferimenti

•WLS: www.widgit.com 

•PCS: www.mayer-johnson.com 

•Bliss: www.blissymbolics.org 

•Arasaac: catedu.es/arasaac

•Picto: www.pictogram.se 

•Sclera: www.sclera.be

Strategie visive

Strumenti visivi per la comunicazione

•Le schede o agende visive

•Le mini-schede

•I ponti visivi

Tabelle comunicative tradizionali

Le schede o agende visive

Sono strumenti creati per creare principalmente prevedibilità di azione, vengono sfruttate per far comprendere all’alunno con difficoltà comunicative ciò che si svolgerà nella giornata, secondo un ordine sequenziale di spazio e tempo; per sviluppare un’azione di routine.

Per esempio si può cancellare o evidenziare ciò che è stato concluso, rigirare o coprire l’immagine, togliere l’immagine dal cartellone, identificare l’attività successiva, indicare l’attività successiva associando il gesto alla routine verbale o passare ad un’altra attività. Il passaggio da una attività all’altra deve essere accompagnato dal linguaggio verbale.

I ponti visivi

I ponti visivi permettono la comunicazione mediata tra gli ambienti. Possono essere costituiti da combinazioni di parole scritte, di immagini o di oggetti. Funzionano per dare sostegno allo scambio di informazioni tra due o più ambienti, quando il soggetto non è in grado di gestire questa comunicazione autonomamente. Gli obiettivi da tenere in considerazione sono:

-Mediare la comunicazione tra casa e scuola o altri ambienti significativi

-Stimolare ed espandere il linguaggio funzionale, la comunicazione, la lettura, la scrittura e lo sviluppo cognitivo

-Favorire il coinvolgimento dello studente in una comunicazione o conversazione relativa alla sua esperienza

VIDEO

https://www.youtube.com/watch?v=Q_I1VaaiQDk q. caa semplice

https://www.youtube.com/watch?v=37o1Py7wOu8 schema q.a.caa

https://www.youtube.com/watch?v=S1sQ5DtCIOA  racconto caa

https://www.youtube.com/watch?v=lfFTmQNOaEQ descrivo la mia giornata con le frasi in bacheca

Per concludere la lezione:

https://www.youtube.com/watch?v=nBbxexFXmzk

L’esperienza del CSE Il Melograno.

About Giada Billi

Giada Billi, laureata in Scienze Storiche cum laude all’Università di Bologna e in Psicologia clinica e riabilitativa all’Università di Roma. E’ docente e referente per l’inclusione e contro bullismo e cyberbullismo presso il liceo Torricelli Ballardini di Faenza. Ha pubblicato “rapporti economici tra Italia fascista e Germania nazista durante l’occupazione”per SBC e “Il default islandese” per YCP. E’ socia Mensa Italia dal 2000.
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